Kasparov VS Deep Blue
La sfida scacchistica del secolo si è conclusa con la sofferta vittoria del vecchio re Kasparov sullo sfidante di silicio. Sono così calate le luci su quello che, senza retorica, può dirsi essere stato un evento storico, una vera pietra miliare nella storia del gioco automatico. È dunque il momento di tirare le somme, ed analizzare cosa è stato fatto e cosa si dovrà fare in futuro per migliorare la comprensione degli scacchi da parte delle macchine.

Il re dà scacco alla macchina

E così, dopo quasi un anno dal primo annuncio ufficiale, si è finalmente svolto a Philadelphia, sotto l'egida della ACM e della ICCA, l'attesissimo "incontro del secolo" tra il più forte giocatore di scacchi di tutti i tempi, Garry Kasparov, e il più potente computer scacchistico mai realizzato, Deep Blue di IBM. In palio non vi era solo il lauto montepremi di quattrocentomila dollari offerto dalla ACM, ma soprattutto la verifica di tante teorie e in certo senso della sottintesa supremazia dell'uomo sulla macchina in un campo di applicazione in cui creatività ed intelligenza sembrano essere elementi chiave per il successo.

Naturalmente sapete già tutti che Kasparov ha vinto per 4 a 2, mettendo perentoriamente a tacere i (pochi, peraltro) profeti di sventura che pronosticavano la sconfitta dell'uomo sotto lo strapotere del computer. Ma il risultato ha anche scosso parecchio coloro i quali alla vigilia del match sostenevano a spada tratta che per Kasparov l'incontro sarebbe stato poco più che una passeggiata, e si sarebbe concluso con un "cappotto" che avrebbe definitivamente seppellito le velleità scacchistiche dei computer. Così non è stato, ed anzi Deep Blue non solo ha retto bene il confronto col leone russo, impegnandolo anzi ben più di quanto lui stesso si aspettava, ma si è anche tolto la soddisfazione di batterlo nettamente nella partita di apertura esibendo un gioco non solo "buono" ma addirittura "bello".

Insomma, lungi dall'aver dimostrato l'una o l'altra tesi, questo eccezionale incontro ha invece aperto nuovi spunti di riflessione e nuovi temi di ricerca. Da una parte infatti vi è stato sicuramente un grande progresso nella qualità del gioco del computer, dall'altra però si è visto che ancora la macchina è lontana dall'esprimere un gioco costantemente di buon livello, ed anzi è caduta in errori di madornale ingenuità che ben rivelano la sottostante assenza di strategie definite. Insomma, come lo stesso Kasparov ha affermato al termine dei sei incontri, questa sfida ha dimostrato che gli stessi giocatori umani hanno ancora molto da imparare sui e dai computer, mentre i ricercatori hanno ancora molto lavoro da fare prima di poter mettere in campo un giocatore in grado di battere realmente il campione del mondo.

Ma cos'è successo dunque a Philadelphia il mese scorso dietro le quinte del match? Che tipo di gioco ha espresso Deep Blue? Che comportamento ha assunto il giocatore umano per avere la meglio sul suo avversario di silicio? Ed è vero infine, come qualcuno ha dichiarato con una certa leggerezza, che Kasparov avrebbe potuto vincere tutte le partite se solo avesse voluto?

Deep Blue: la quantità per la qualità

L'idea architetturale alla sua base, è stata proprio quella di costruire un sistema volutamente "stupido" ma spaventosamente "veloce", cioè basato essenzialmente sulla forza bruta e non sulla valutazione qualitativa del gioco. Aumentando a dismisura il numero di posizioni analizzabili per ciascuna mossa, anche a scapito della raffinatezza dell'analisi di ogni singola posizione, il team di sviluppo ha cercato così di mettersi al riparo dalle conseguenze negative dell'effetto orizzonte, minimizzando la possibilità che linee di gioco produttive potessero venir scartate da una potatura troppo precoce. L'assunto implicito è che, come da qualche mese discutiamo su queste stesse pagine, una fortissima tattica possa compensare una assoluta carenza strategica; e dunque che fosse conveniente puntare tutto sulla pura velocità di analisi piuttosto che sul trasferimento al programma di particolari conoscenze scacchistiche.

In ciò si riflette forse la formazione culturale stessa dei membri del team di sviluppo: al contrario infatti di come generalmente accade nel mondo degli scacchi al computer, nel quale i programmatori di buoni giocatori artificiali sono a loro volta dei validi scacchisti, nessuno fra gli autori di Deep Blue è uno scacchista di buon livello. Il loro approccio è stato dunque puramente ingegneristico: realizzare un motore di analisi potentissimo, quasi a costo di trascurare di inserirvi una specifica conoscenza degli scacchi.

E la scelta è stata dunque quella di implementare Deep Blue in hardware, realizzando da zero un microprocessore specializzato per l'analisi di posizioni scacchistiche. Per quanto riguarda invece la reale struttura della macchina messa in campo si sa qualcosa di più rispetto al totale segreto della vigilia. Essa era costituita essenzialmente da un supercomputer parallelo per applicazioni scientifiche che controllava l'apposito hardware specializzato costituito dai chip Deep Blue. Questo host era un grande IBM PowerParallel SP2 con ben 32 nodi di calcolo; ciascun nodo era responsabile della gestione di una apposita scheda con bus Microchannel contenente a sua volta otto chip Deep Blue di ultima generazione. In totale dunque il sistema comprendeva ben 256 chip Deep Blue che lavoravano in parallelo. Il sistema operativo utilizzato è stato naturalmente AIX, ovvero il "dialetto" Unix dei sistemi IBM, e il codice di controllo era interamente scritto in C. Il risultato netto è un sistema in grado di analizzare dai cinquanta ai cento miliardi di mosse nel classico tempo di riflessione di tre minuti, con un incremento di oltre un fattore mille rispetto ai prototipi di Deep Blue che IBM aveva fatto giocare negli scorsi mesi in vari eventi di computer chess.

Fra gli altri "trucchi del mestiere" di Deep Blue vorrei anche ricordare il particolarissimo libro di aperture, costituito da un immenso database di tutte le partite giocate da Grandi Maestri negli ultimi cento anni; ed anche il libro dei finali, attivato quando sulla scacchiera rimanevano cinque pezzi o meno, comprendente alcuni miliardi di scenari possibili, alcuni dei quali esaminati esaustivamente.

La cronaca

E passiamo rapidamente alla cronaca dell'evento che, come si ricorderà, è cominciato il 10 febbraio scorso al Pennsylvania Convention Center di Philadelphia, ospitato nell'ambito delle celebrazioni per il cinquantennale della ACM.

Kasparov si presentava alla scacchiera con una certa spavalderia, convinto per sua stessa ammissione di poter avere facilmente la meglio sulla macchina. L'operatore al computer era per l'occasione Feng-Hsiung Hsu, il principale architetto del chip Deep Blue. Direttore del torneo l'espertissimo ed inossidabile Mike Valvo della ICCA (International Computer Chess Association), sempre presente in queste manifestazioni di altissimo livello. Il sorteggio aveva assegnato i bianchi a Deep Blue, e la macchina ha fatto in modo di sfruttare bene questo vantaggio iniziale conducendo una partita magistrale, ed infine battendo nettamente il campione russo che si ritirava alla trentasettesima mossa.

Nella conferenza stampa tenutasi alla fine del torneo, Kasparov ha tranquillamente ammesso di essere stato veramente sopreso dalla qualità del gioco di questa partita; ma ha considerato la sconfitta al primo incontro provvidenziale, perché gli ha dato modo di prepararsi in modo più efficace agli incontri successivi. Sarebbe stato psicologicamente molto peggio per lui vincere all'inizio per poi trovarsi impreparato successivamente all'implacabile gioco del computer.

Forte comunque di questa cocente lezione, il giorno dopo il russo si è presentato all'appuntamento estremamente concentrato e motivato. Adottando un gioco controllatissimo che non lasciava spazio di manovra al nero, Kasparov manteneva una stretta superiorità durante tutta la partita. L'operatore di Deep Blue decideva dunque di abbandonare alla settantatreesima mossa, quando oramai un pedone passato di Kasparov era inevitabilmente destinato alla promozione.

Dopo un giorno di pausa il torneo è ripreso il 13 febbraio con Deep Blue nuovamente ai bianchi. Dopo tre ore e mezza di gioco la partita si chiudeva con una patta strappata dal computer alla trentanovesima mossa. Altra patta il giorno dopo, nella quarta partita, questa volta decisa consensualmente alla cinquantesima mossa; nel corso del gioco Kasparov, coi bianchi, si era trovato a corto di tempo verso la quarantesima mossa ed aveva proposto la patta, che però era stata rifiutata dall'operatore di Deep Blue. La situazione del match a questo punto era pericolosamente in parità, due punti ciascuno.

Ancora un giorno di pausa e poi il gran finale, sabato 16 e domenica 17 febbraio. Nella quinta partita Kasparov, ancora coi neri, aveva tentato di portare l'apertura fuori dagli schemi consueti ma si era trovato presto in una posizione difficile, tanto da proporre la patta alla ventitreesima mossa; ma ancora una volta l'operatore di Deep Blue l'aveva rifiutata, convinto che la macchina avrebbe potuto uscire vittoriosa. Il computer tuttavia proseguì con una serie di mosse inspiegabilmente cattive, tanto da riuscire misteriosamente a perdere alla quarantasettesima mossa una partita teoricamente vinta. Grande sollievo per Kasparov che si assicurava così matematicamente almeno il pareggio finale, e profonda amarezza per il team di Deep Blue che non solo aveva gettato al vento un prezioso mezzo punto ma era frustrato dal comportamento anomalo della propria creatura.

La partita finale vedeva un Kasparov oramai rilassato, oltre che più consapevole dello stile di gioco del suo avversario. La partita quindi non ha avuto praticamente storia, col bianco che manteneva il più ferreo controllo sulla scacchiera. L'operatore del nero non ha avuto dunque altra scelta che abbandonare, alla quarantatreesima mossa.

Nella conferenza stampa del dopo-torneo Kasparov ha ammesso di essere stato impegnato duramente da Deep Blue, molto più che in un campionato del mondo fra umani; e di aver dovuto dare fondo a tutta la sua abilità ed a tutta la sua capacità di concentrazione per poter tenere testa al gioco della macchina. "Ho imparato molto da questo evento", ha detto tra l'altro, "Per vincere ho dovuto impegnare tutte le mie risorse mentali, e credo che la qualità del mio gioco in futuro ne risentirà positivamente.". Dopo i complimenti, sinceri e non di prammatica, al team Deep Blue, Kasparov si è infine augurato di poter ripetere un incontro del genere con l'eventuale successore di Deep Blue, ed ha già dato la sua piena disponibilità all'incontro. "Non sono molti i grandi maestri al mondo a poter affrontare una sfida del genere, e ancora di meno quelli che vorrebbero realmente farlo", ha tra l'altro affermato. "Ma io sono in una posizione tale per cui non posso tirarmi indietro. Credo sia una mia responsabilità accettare ogni sfida futura che mi verrà posta da un team ancora più forte. Mi sembra importante per il progresso degli scacchi e della ricerca informatica".

Conclusione

Come abbiamo visto, dunque, questo ACM Chess Challenge ha in realtà portato più dubbi che certezze. Evidentemente un incremento di mille volte nella pura forza bruta di analisi in profondità non è bastato al computer per far scattare del tutto quel qualcosa che differenzia un gioco tattico da uno strategico, anche se lo stile esibito da Deep Blue soprattutto nelle prime partite è anni luce avanti a quello di tutti i suoi colleghi di silicio sinora visti. Ma la grande incostanza nel suo gioco è indice che ancora qualcosa non va. Chissà se a questo punto non converrebbe spostare la ricerca nuovamente verso la messa a punto di funzioni di valutazione più sofisticate. Penso ad esempio che una funzione raffinata come quella di Fritz3 o di MChess Pro, unita ad un hardware incredibilmente potente come quello di Deep Blue, potrebbe risultare davvero micidiale. Invece concentrarsi solo sulla pura forza bruta non è forse così produttivo, nel senso che il match ha dimostrato che anche un ulteriore incremento di altre dieci o forse cento volte non metterebbe probabilmente ancora in crisi la superiorità di un Kasparov ben preparato e fortemente motivato.

Per il momento comunque la superiorità dell'intelletto e della creatività dell'uomo sono salvi, il che mi fa piacere anche in quanto, da bravo informatico, detesto le soluzioni raggiunte "a forza bruta". Preferirei senz'altro veder perdere Kasparov contro una macchina almeno parzialmente "intelligente" che non contro uno stupido ancorché velocissimo pallottoliere. La prossima sfida non è ancora stata stabilita, ma non vi è dubbio che non avverrà prima di qualche anno; e probabilmente il giocatore artificiale che verrà messo in campo per l'occasione sarà differente, o almeno lo spero, da questo povero "cretino iperveloce" che era Deep Blue.





Le Partite

Deep Blue-Kasparov (1)

1.e4 c5 2.c3 d5 3.exd5 Dxd5 4.d4 Cf6 5.Cf3 Ag4 6.Ae2 e6 7.h3 Ah5 8.0-0 Cc6 9.Ae3 cxd4 10.cxd4 Ab4 11.a3 Aa5 12.Cc3 Dd6 13.Cb5 De7 14.Ce5 Axe2 15.Dxe2 0-0 16.Tac1 Tac8 17.Ag5 Ab6 18.Axf6 gxf6 19.Cc4 Tfd8 20.Cxb6 axb6 21.Tfd1 f5 22.De3 Df6 23.d5 (diagramma) Txd5 24.Txd5 exd5 25.b3 Rh8 26.Dxb6 Tg8 27.Dc5 d4 28.Cd6 f4 29.Cxb7 (diagramma) Ce5 30.Dd5 f3 31.g3 Cd3 32.Tc7 Te8 33.Cd6 Te1+ 34.Rh2 Cxf2 35.Cxf7+ Rg7 36.Cg5+ Rh8 37.Txh7+ 1-0

Questa prima partita vinta da Deep Blue ha una fisionomia tale da non permettere facilmente l'identificazione della natura di colui che conduce i pezzi bianchi. Una cosa che ho potuto notare a tale proposito, e che probabilmente, ma non necessariamente, potrebbe insospettire in tal senso, è la "freddezza" con cui il bianco ha mangiato il pedone nero in b7 alla 29a mossa con il cavallo, allontanandosi dal teatro principale della battaglia e basandosi evidentemente su un calcolo accurato come l'esito della partita dimostra (diagramma dopo la 29a mossa del bianco). Tuttavia questo era assolutamente poco per fare inferenze con maggiore valore probabilistico. Al contrario, benchè lo svolgimento generale del gioco inidicasse la prevalenza di elementi tattici rispetto quelli strategici, era proprio Deep Blue a caratterizzare meglio in certa parte il decorso posizionale della partita, prima creando la doppiatura dei pedoni neri sulla colonna f, poi scompaginando ulteriormente, con la 23a mossa la struttura dei pedoni dell'avversario (diagramma dopo la 23a mossa del bianco).

Complessivamente posso quindi dire che in questa partita la macchina avrebbe superato ampiamente la nostra versione modificata del test di Turing. In alcuni momenti, inoltre, mi ha dato l'impressione, al contrario di quanto mi aspettavo, di possedere addirittura uno stile "elegante". In particolare la 23a mossa del bianco che mi ha suggerito questo aggettivo sembra conciliare pienamente, le mie necessità estetiche e i miei giudizi sintetici con la precisione del calcolo. In definitiva in questa partita le possibilità in più delle mente umana, che si estrinsecano, nel caso specifico, con la capacità di fornire giudizi sintetici sulle posizioni attuali e future, non hanno avuto alcun modo di mettersi in mostra: abbiamo così visto due giocatori dei quali uno (Deep-Blue) calcolava meglio dell'altro (Kasparov) e si permetteva anche il lusso di fare mosse belle.





Kasparov-DeepBlue (2)

1.Cf3 d5 2.d4 e6 3.g3 c5 4.Ag2 Cc6 5.0-0 Cf6 6.c4 dxc4 7.Ce5 Ad7 8.Ca3 cxd4 9.Caxc4 Ac5 10.Db3 0-0 11.Dxb7 Cxe5 12.Cxe5 Tb8 13.Df3 Ad6 14.Cc6 Axc6 15.Dxc6 e5 16.Tb1 Tb6 17.Da4 Db8 18.Ag5 Ae7 19.b4 (diagramma) Axb4 20.Axf6 gxf6 21.Dd7 Dc8 22.Dxa7 Tb8 23.Da4 Ac3 24.Txb8 Dxb8 25.Ae4 Dc7 26.Da6 Rg7 27.Dd3 (diagramma) Tb8 28.Axh7 Tb2 29.Ae4 Txa2 30.h4 Dc8 31.Df3 Ta1 32.Txa1 Axa1 33.Dh5 Dh8 34.Dg4+ Rf8 35.Dc8+ Rg7 36.Dg4+ Rf8 37.Df5 Re7 38.Ac6 Rf8 39.Ad5 Re7 40.Df3 Ac3 41.Ac4 Dc8 42.Dd5 De6 43.Db5 Dd7 44.Dc5+ Dd6 51.Da3+ Rd7 52.Da7+ Rd8 53.Db8+ Rd7 54.Ae8+ Re7 55.Ab5 Ad2 56.Dc7+ Rf8 57.Ac4 Ac3 58.Rg2 Ae1 59.Rf1 Ac3 60.f4 exf3 61.exf3 Ad2 62.f4 Re8 63.Dc8+Rb8 70.Dd8+ Rb7 71.Dd7+ Dxd7 72.Axd7 Rc7 73.Ab5 1-0

Per quanto riguarda la seconda partita possiamo vedere, al contrario della prima, uno dei modi più eleganti per uno scacchista di carbonio per vincere contro un avversario non umano. Kasparov probabilmente ottiene un certo vantaggio posizionale già dalla 14a mossa, attraverso lo scambio del suo cavallo con l'alfiere nero in una posizione aperta; tuttavia egli acquista un vantaggio più rilevante a partire dalla 19a mossa quando sacrifica un pedone per ottenere un certo tipo di posizione caratterizzata dalla doppiatura dei pedoni f del nero, dalla posizione esposta del re nero e dalla presenza degli alfieri di colore opposto con la conservazione sulla scacchiera delle regine. Possiamo osservare bene questa configurazione dei pezzi alla 27a mossa (diagramma dopo la 27a mossa del bianco). Ogni scacchista di buon livello sa bene che se si cerca di attaccare il re avversario la presenza di alfieri di colore contrario favorisce la parte attaccante. La presenza delle regine è in tal senso un altro elemento favorevole. Inoltre non è difficile comprendere come il tipo di struttura dei pedoni che si determina esalti enormemente questo complesso di cose. Deep Blue tutto ciò non lo "capisce", così come non può "immaginare" che i due alfieri siano più forti di alfiere e cavallo nelle partite aperte. La posizione che si genera dopo la 21a mossa del bianco è in realtà estremamente complessa per un'analisi che si avvalga della forza bruta ma altrettanto semplice per chi giudichi con la mente scacchistica di un uomo. In definitiva io avrei sospettato già dopo la 13a mossa che si trattava di un computer a giocare con i pezzi neri (sapendo comunque che si trattava di giocatori della forza di un maestro Internazionale e che quindi la carenza di capacità di valutazione non era collegabile in modo aspecifico ad un basso livello di gioco) e avrei avuto certo pochi dubbi dopo la 19a mossa (diagramma dopo la 19a mossa del bianco) (in cui il nero accetta il pedone). In questo caso il test evidentemente non sarebbe stato superato.





DeepBlue-Kasparov (3)

1.e4 c5 2.c3 d5 3.exd5 Dxd5 4.d4 Cf6 5.Cf3 Ag4 6.Ae2 e6 7.0-0 Cc6 8.Ae3 cxd4 9.cxd4 Ab4 10.a3 Aa5 11.Cc3 Dd6 12.Ce5 Axe2 13.Dxe2 Axc3 14.bxc3 Cxe5 15.Af4 Cf3+ 16.Dxf3 Dd5 17.Dd3 Tc8 18.Tfc1 Dc4 19.Dxc4 Txc4 20.Tcb1 b6 21.Ab8 Ta4 22.Tb4 Ta5 23.Tc4 0-0 24.Ad6 Ta8 25.Tc6 b5 26.Rf1 Ta4 27.Tb1 a6 28.Re2 h5 29.Rd3 Td8 30.Ae7 Td7 31.Axf6 gxf6 32.Tb3 Rg7 33.Re3 e5 34.g3 exd4+ 35.cxd4 Te7+ 36.Rf3 Td7 37.Td3 Taxd4 38.Txd4 Txd4 39.Txa6 b4 patta

Passando alla terza partita notiamo che l'apertura è simile alla prima ma poi la fisionomia che assume il gioco è completamente diversa. In particolar modo il cambio dell'alfiere nero con il cavallo bianco determina una posizione strutturalmente più rigida e strategicamente più definita con la presenza di compiti ampiamente differenziati per il cavallo nero e per l'alfiere bianco. Il nero pareggia facilmente. Tutto sommato in questo caso sarebbe stato difficile identificare l'identità di Deep-Blue.





Kasparov-DeepBlue (4)

1.Cf3 d5 2.d4 c6 3.c4 e6 4.Cbd2 Cf6 5.e3 Cbd7 6.Ad3 Ad6 7.e4 dxe4 8.Cxe4 Cxe4 9.Axe4 0-0 10.0-0 h6 11.Ac2 e5 12.Te1 exd4 13.Dxd4 Ac5 14.Dc3 a5 15.a3 Cf6 16.Ae3 Axe3 17.Txe3 Ag4 18.Ce5 Te8 19.Tae1 Ae6 20.f4 Dc8 21.h3 b5 22.f5 Axc4 23.Cxc4 bxc4 24.Txe8+ Cxe8 25.Te4 Cf6 26.Txc4 Cd5 27.De5 Dd7 28.Tg4 f6 29.Dd4 Rh7 30.Te4 Td8 31.Rh1 Dc7 32.Df2 Db8 33.Aa4 c5 34.Ac6 c4 35.Txc4 Cb4 36.Af3 Cd3 37.Dh4 Dxb2 38.Dg3 Dxa3 39.Tc7 Df8 40.Ta7 Ce5 41.Txa5 Df7 42.Txe5 fxe5 43.Dxe5 Te8 44.Df4 Df6 45.Ah5 Tf8 46.Ag6+ Rh8 47.Dc7 Dd4 48.Rh2 Ta8 49.Ah5 Df6 50.Ag6 Rg8 patta

La quarta partita così come la quinta non mi avrebbe permesso assolutamente di immaginare che uno dei due contendenti potesse essere un computer. Kasparov perde, alla 22a mossa, l'occasione di mantenere il leggero vantaggio che possiede e gioca f4-f5 invece di b2-b3 dopo di che la partita è abbastanza equilibrata.





DeepBlue-Kasparov (5)

1.e4 e5 2.Cf3 Cf6 3.Cc3 Cc6 4.d4 exd4 5.Cxd4 Ab4 6.Cxc6 bxc6 7.Ad3 d5 8.exd5 cxd5 9.0-0 0-0 10.Ag5 c6 11.Df3 Ae7 12.Tae1 Te8 13.Ce2 h6 14.Af4 Ad6 15.Cd4 Ag4 16.Dg3 Axf4 17.Dxf4 Db6 18.c4 Ad7 19.cxd5 cxd5 20.Txe8+ Txe8 21.Dd2 Ce4 22.Axe4 dxe4 (diagramma) 23.b3 Td8 24.Dc3 f5 25.Td1 Ae6 26.De3 Af7 27.Dc3 f4 28.Td2 Df6 29.g3 Td5 30.a3 Rh7 31.Rg2 De5 32.f3 e3 33.Td3 e2 34.gxf4 e1D 35.fxe5 Dxc3 36.Txc3 Txd4 37.b4 Ac4 38.Rf2 g5 39.Te3 Ae6 40.Tc3 Ac4 41.Te3 Td2+ 42.Re1 Td3 43.Rf2 Rg6 44.Txd3 Axd3 45.Re3 Ac2 46.Rd4 Rf5 47.Rd5 h5 0-1

La quinta partita per me è misteriosa. Da una posizione abbastanza equilibrata intorno alla 21a mossa, Deep Blue precipita in dieci mosse in una posizione molto pericolosa che perde. Non si capisce bene come ciò possa avvenire visto che le caratteristiche della posizione lasciano ben poco spazio alle valutazioni: sembra insomma assolutamente importante calcolare bene le varie successioni di mosse e non capisco proprio come Deep Blue possa non averlo fatto. Sarebbe bastato per esempio giocare alla 23a mossa h3 seguito da Td1 invece di b3 (diagramma prima della 23a mossa del bianco) e le cose sarebbero potute andare molto meglio. In questa partita la macchina perde come se giocasse con qualcuno che calcola meglio di lei. Rispetto ai dati in mio possesso non ho spiegazioni valide.





Kasparov-DeepBlue (6)

1.Cf3 d5 2.d4 c6 3.c4 e6 4.Cbd2 Cf6 5.e3 c5 6.b3 Cc6 7.Ab2 cxd4 8.exd4 Ae7 9.Tc1 0-0 10.Ad3 Ad7 11.0-0 Ch5 12.Te1 Cf4 13.Ab1 Ad6 14.g3 Cg6 15.Ce5 Tc8 16.Cxd7 Dxd7 17.Cf3 Ab4 18.Te3 Tfd8 19.h4 Cge7 20.a3 Aa5 21.b4 Ac7 22.c5 Te8 23.Dd3 g6 24.Te2 Cf5 25.Ac3 h5 26.b5 Cce7 27.Ad2 Rg7 28.a4 Ta8 29.a5 a6 30.b6 (diagramma) Ab8 31.Ac2 Cc6 32.Aa4 Te7 33.Ac3 Ce5 34.dxe5 Dxa4 35.Cd4 Cxd4 36.Dxd4 Dd7 37.Ad2 Te8 38.Ag5 Tc8 39.Af6+ Rh7 40.c6 bxc6 41.Dc5 Rh6 42.Tb2 Db7 43.Tb4 (diagramma) 1-0

Nella sesta partita possiamo osservare una posizione finale così squilibrata che è difficile immaginare come possa essere derivata da una partita tra giocatori di alto livello. Pur essendoci una grande quantità di pezzi il nero è praticamente immobilizzato e non può quasi muovere nulla oltre al suo re che potrebbe oscillare avanti e dietro in modo afinalistico in un breve percorso (h6-h7-g8) (diagramma della posizione finale). Se osserviamo bene questa posizione possiamo notare come in essa siano contenuti alcuni elementi particolari che ogni giocatore di buon livello potrebbe riconoscere e mettere in relazione all'impressione globale che essa comunica. In primo luogo la posizione dell'alfiere nero completamente bloccato in b8 che a sua volta carcera in un angolo la torre; accade quindi che il nero giochi con una torre in meno. In secondo luogo la posizione della regina nera sacrificata a bloccare l'avanzata del pedone bianco; normalmente la stessa funzione deve essere svolta da un pezzo di minor valore: un pedone se possibile o un cavallo ma non una torre ed ancor meno una regina. In terzo luogo il vantaggio generale di spazio a disposizione del bianco. Tra tutti questi elementi il primo è quello che più grossolanamente compromette le possibilità di difesa del nero. Viene quindi spontaneo andare ad osservare come esso si sia determinato. Nel far questo possiamo vedere senza grosse difficoltà che sarebbe bastato alla 30a mossa del nero (diagramma dopo la 30a del bianco) spostare la torre a8 in c8 per ritirare solo in seguito l'alfiere indietro ed evitare così la negativa disposizione dei pezzi osservabile alla fine della partita. Definirei questa partita come "catastrofica" nel senso generale che essa, malgrado duri un discreto numero di mosse, fornisce all'osservatore l'effetto di una vistosa discrepanza nell'abilità di gestione dei due colori. Evidentemente al programma sfugge in modo assoluto la sommazione crescente di uno svantaggio posizionale che lo porta quindi in modo insensibile alla disfatta finale. Il test di Turing, nella sua versione scacchistica qui non sarebbe stato evidentemente superato da Deep Blue.








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